L'occhio di vetro

 Regia: Duccio Chiarini | 2020 | 85'

Dopo la morte della nonna Liliana, il regista pisano Duccio Chiarini ripercorre il passato fascista della sua famiglia, alla ricerca delle sue radici. Attraverso fotografie, documenti, lettere, cimeli e diari, l'autore ripercorre le vicende familiari contenute nel diario del suo prozio Ferruccio, figlio del bisnonno Giuseppe Razzini, eroe di guerra tornato a casa dal Primo Conflitto Mondiale con un occhio di vetro e grande sostenitore del partito fascista, tanto da arrivare a combattere tra le fila degli ultimi difensori della Repubblica di Salò. Nel ripercorrere la vicenda del prozio e dei destini delle due sorelle maggiori, sposate rispettivamente con un fascista e un partigiano comunista, Chiarini intende far luce sul rapporto tra i membri della sua famiglia e comprendere il motivo del silenzio che i Razzini fecero calare sugli anni della guerra e sul differente credo politico. 

Duccio Chiarini: nato a Firenze nel 1977, studia cinema alla London Film School dove fonda, insieme a Babak Jalali, Là Règle du Jeu, casa di produzione con cui realizza numerosi cortometraggi, che ottengono importanti riconoscimenti internazionali, come per esempio "Fine stagione" (scritto con Hanif Kureishi), "Alone Together" e "Lo zio". Nel 2011 realizza il documentario "Hit the road, nonna", presentato in anteprima alle Giornate degli Autori di Venezia, ricevendo diversi riconoscimenti tra cui il premio del pubblico al 52esimo Festival dei Popoli e la menzione speciale ai Nastri d'argento. Il suo primo lungometraggio di finzione, "Short Skin" (2014), ha partecipato alla Biennale College-Cinema, mentre il suo secondo film "L'ospite" è tra i titoli della selezione Piazza Grande del 71° Festival di Locarno.